Un’altra ricetta di quelle che entreranno a far parte dei miei pranzi quotidiani, la pasta e patate sfritta della zia di Valentina , vincitrice, per il bimestre novembre-dicembre, del Contest di Flavia. La pasta e patate fa parte della mia storia; nella mia famiglia si fa macchiata di pomodorini, e leggermente piccante. Ricordo che da piccola non la gradissi molto, ma via via è diventato uno dei primi piatti che preferisco. Mio figlio, gran buongustaio, apprezza, e così, coi primi freddi, ho preparato un cibo- coccola, qualcosa che scaldasse dentro e fuori. Pasta e patate sfritta 2 grosse patate( non ho trovato quelle buccia rossa, le ho comprate al G.A.S del centro I sassolini di Riposto) 120 grammi pasta mista( odio gli spaghetti spezzati, scusa Valentina!) 1 bella cipolla tritata grossolanamente a coltello 2 cucchiai olio evo Sale, pepe, basilico Ho tagliato a pezzi le patate e le ho cotte in acqua bollente salata, poi leho tirate su con la ramina e messe da parte.
Ricordate? Pochi giorni fa ho pubblicato la ricetta della Genovese napoletana, un sugo delizioso che, al pari del ragù, è considerato piatto domenicale: vi si condiscono gli ziti, rigorosamente spezzati a mano. Ed è una goduria, così come per la pasta al ragù, trovare, alla fine, i pezzettini di pasta... boccone da re! Luciano Pignataro , nel suo blog, suggerisce anche candele spezzate a mano, rigatoni, penne, mezzanelli e paccheri, e, come eccezione divertente, bucatini o tagliatelle larghe. Questi ultimi due formati, però, sono un divertissement, ed assolutamente non debbono diventare la regola. Tornando alla ricetta di riciclo che desidero condividere con voi, parto col dire che non ho inventato nulla: semplicemente, avendo letto su Coquinaria.it un bel po’ di anni fa l’anno ricetta della cosiddetta francesina, che è un modo di sfruttare il lesso avanzato, ho deciso di utilizzare questa stessa ricetta per consumare un pezzo di carne della Genovese che non abbiamo mangiato. La
Mamma mia, quanto tempo è trascorso dal mio ultimo post! Complici piccoli e meno piccoli problemi familiari, impegni con il piccolo Mario e varie, l ho proprio trascurato. Vediamo di ripartire, e da dove, se non da una gustosissima insalata assaggiata ieri sera, che secondo me farà riappacificare col cavolfiore anche chi decisamente non lo gradisce? La ricetta è di Yotam Ottolenghi; su Facebook, sono iscritta ad un gruppo di fan appassionate di questo chef, e devo dire che non mi è ancora accaduto di trovare una sua ricetta meno che perfetta. Per esigenze di dispensa, ho modificato il condimento( non avendo sciroppo di acero, ho adoperato il miel; ho sostituito i chicchi di melagrana con mirtilli rossi essiccati), ed è risultata comunque davvero gradevole. Preriscaldare il forno a 220 gradi. Suddividere 660 grammi di cavolfiore in cimette, e mescolarle con 3 cucchiai di olio, mezzo cucchiaino di sale e pepe. Arrostire il cavolfiore nella parte alta del forno per circa mezz’ora,
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