Come ti riciclo la carne della Genovese

Ricordate? Pochi giorni fa ho pubblicato la ricetta della Genovese napoletana, un sugo delizioso che, al pari del ragù, è considerato piatto domenicale: vi si condiscono gli ziti, rigorosamente spezzati a mano. Ed è una goduria, così come per la pasta al ragù, trovare, alla fine, i pezzettini di pasta... boccone da re!
Luciano Pignataro, nel suo blog, suggerisce anche candele spezzate a mano, rigatoni, penne, mezzanelli e paccheri, e, come eccezione divertente, bucatini o tagliatelle larghe. Questi ultimi due formati, però, sono un divertissement, ed assolutamente non debbono diventare la regola.

Tornando alla ricetta di riciclo che desidero condividere con voi, parto col dire che non ho inventato nulla: semplicemente, avendo letto su Coquinaria.it un bel po’ di anni fa l’anno ricetta della cosiddetta francesina, che è un modo di sfruttare il lesso avanzato, ho deciso di utilizzare questa stessa ricetta per consumare un pezzo di carne della Genovese che non abbiamo mangiato.

La ricetta è semplice: un pezzo di carne lessa o, appunto, molto sfruttata come nel caso del lacerto che ho utilizzato per il mio sugo, abbondante cipolla tritata, una foglia d’alloro, una bottiglia di passata di pomodoro ed i soliti olio extravergine d’oliva, sale, pepe.

Ho sfilacciato e tagliato a pezzetti la carne, e l’ho messa in una padella in cui ho fatto ammorbidire la cipolla;

ho aggiunto una foglia di alloro e lasciato insaporire, dopodiché ho aggiunto una bottiglia di passata di pomodoro e mezza bottiglia della passata stessa, d’acqua.

 Ho regolato di sale e pepe e ho cotto per 40 minuti, rigirando ogni tanto.



È ottima da mangiare con pane, ma una parte la sfrutterò in questi giorni per preparare gli arancini catanesi tradizionali, per cui è previsto non un ripieno di carne trita, ma di carne sfilacciata.

Stay tuned! 

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