Faraona all’arancia di zia Rosetta

Mia madre raccontava tanti aneddoti su sua zia Rosetta, la sorella minore di nonna Lucia: trasferitasi a Roma, poi a Buenos Aires( dove mia nonna, con mia madre e mia zia, avevano raggiunto lei ed il resto della famiglia di nonna, ossia suo fratello e sua sorella), poi- definitivamente- a Milano, è stata per mia madre la zia-amica, quella che le faceva sorprese, quella che” la rapì” per portarla a Roma e con cui mamma, che da piccolissima abitava in un paesino della montagna lucana, vide per la prima volta le scale mobili ed il telefono in casa. Piccola com’era, le sembrarono una magia!
Zia Rosetta, che quando mia madre era piccola non era ancora sposata, amava sorprendere le nipoti. In un’epoca in cui ancora per Natale si preparava solamente il presepio, lei arrivò in paese con un enorme albero da addobbare, portando ovviamente anche tutte le palline( non oso immaginare come le dovette sistemare, per far loro affrontare indenni il viaggio: erano palline di vetro!), le lucine, i fili colorati. Immaginate la felicità di mamma e di sua sorella! Mamma mi ha raccontato tante volte che tutti i paesani, bimbi ed adulti, con una scusa o l’altra, andavano a guardare la novità.

Per me, zia Rosetta è stata una presenza amata, ed a volte ingombrante: non dimentico, però, che con lei e suo marito Renato sono stata per la prima volta sul Lago di Como, a Villa Carlotta, e, in un’altra occasione, a Macugnaga. Il mio primo biglietto aereo è stato un suo regalo, e a casa sua a Milano ho scoperto la rivista de” la Cucina Italiana”, che per molti anni ho acquistato.

Ecco... la cucina! Il trait d’union con zia Rosetta è stato proprio l’essere entrambe appassionate di cucina, lo scambiarsi suggerimenti e ricette.
Questa faraona all’arancia è stato uno dei secondi piatti che ho mangiato da lei in più di un’occasione. La serviva con riso pilaf, il sugo di cottura della faraona e fettine d’arancia appena caramellate; era una delizia per occhi e palato.


Faraona all’arancia 

Pulire, lavare ed asciugare la faraona, già precedentemente eviscerata. Farcirla con una grossa arancia tagliata in quarti, e chiudere con un lungo spiedino. Salare, pepare e disporre in una teglia con poco olio evo. Spruzzare la faraona con il succo di circa un intero limone, unire un filo d’olio evo e porre in forno ben caldo( 220 gradi, statico) per un’ora e mezzo- due ore( dipende dalla grandezza del volatile.). Servire con del riso pilaf o lessato, ricoperto col sugo della faraona. 



Vi regalo la ricetta, con i più sinceri auguri di buon anno 2019. AUGURI!


Commenti

Post popolari in questo blog

Pasta e patate sfritta

Come ti riciclo la carne della Genovese

Insalata di cavolfiore arrostito e nocciole( Yotam Ottolenghi)