Cacio e pepe comm’il faut
Cacio e pepe da urlo, quella di Valentina, vincitrice del Contest the Recipe-tionist di Flavia.
Tipica della tradizione capitolina, la cacio e pepe, come ogni piatto apparentemente semplice, va preparato seguendo specifici accorgimenti, pena l’ottenere una mezza schifezza... se non una vera e propria fetenzia!
Devo confessare che la mia prima cacio e pepe l’ho mangiata in età adulta a Roma, in via Cola di Renzo, poco lontano dal famoso Castroni( dove, proprio in quell’occasione, lasciai tre quarti dei soldi contenuti nella mia carta di credito). Mi sembra che la Trattoria si chiamasse Zia Gaetana, ma non ne sono certa. Quel che ricordo bene, invece, è che mi piacque moltissimo, quel primo piatto, al punto che non presi nemmeno il dolce, per mantenere ancora un po’ quel buon sapore in bocca... e sì che ho il” dente dolce”!
La seconda cacio e pepe della mia vita l’ho assaggiata ad un raduno di Coquinaria. La preparò Piggi, un iscritto di Monte Porzio Catone, e anche lì godimento per le papille gustative.
Conoscendo i miei immensi limiti in cucina, da vera cialtrona, non ho mai provato a farla in casa, ma, quando ho visto il video pubblicato da Valentina, ho deciso di tentare, e... un successo!
Sì, va beh, un grumetto s’è formato, uno solo, e peraltro me ne sono accorta solo mentre fotografavo( e, imperterrita, ho fotografato proprio il lato dove si notava l’errore)... ma che bontà, ragazz*!
Ho cercato di eseguire alla lettera i suggerimenti del video di Cacciani, ristoratore in Frascati.
Ve li trascrivo, anche se vi rimando al video postato da Valentina.
3 cucchiai di pecorino romano e mezzo cucchiaino da caffè di pepe, preferibilmente di Sarawak, per commensale
Acqua bollente salata con circa la metà del sale che mettiamo normalmente
Tonnarelli o rigatoni o spaghetti... io ho usato dei tagliolini freschi.
Si mettono in una larga padella a bordi svasati, FREDDA, Pecorino e pepe. Si aggiungono un paio di mestoloni d’acqua di cottura della pasta e si crea una specie di”ricottina” che, col calore della pasta, formerà la salsa cacio e pepe. Via via che si asciugherà, nel mescolare, si aggiungerà dell’acqua della pasta o, viceversa, qualora fosse troppo liquida, si aggiungerà del Pecorino.
La padella contenente pasta e salsa va tenuta al massimo a bagnomaria, ma MAI sul fuoco.
E buon pranzo!
Tipica della tradizione capitolina, la cacio e pepe, come ogni piatto apparentemente semplice, va preparato seguendo specifici accorgimenti, pena l’ottenere una mezza schifezza... se non una vera e propria fetenzia!
Devo confessare che la mia prima cacio e pepe l’ho mangiata in età adulta a Roma, in via Cola di Renzo, poco lontano dal famoso Castroni( dove, proprio in quell’occasione, lasciai tre quarti dei soldi contenuti nella mia carta di credito). Mi sembra che la Trattoria si chiamasse Zia Gaetana, ma non ne sono certa. Quel che ricordo bene, invece, è che mi piacque moltissimo, quel primo piatto, al punto che non presi nemmeno il dolce, per mantenere ancora un po’ quel buon sapore in bocca... e sì che ho il” dente dolce”!
La seconda cacio e pepe della mia vita l’ho assaggiata ad un raduno di Coquinaria. La preparò Piggi, un iscritto di Monte Porzio Catone, e anche lì godimento per le papille gustative.
Conoscendo i miei immensi limiti in cucina, da vera cialtrona, non ho mai provato a farla in casa, ma, quando ho visto il video pubblicato da Valentina, ho deciso di tentare, e... un successo!
Sì, va beh, un grumetto s’è formato, uno solo, e peraltro me ne sono accorta solo mentre fotografavo( e, imperterrita, ho fotografato proprio il lato dove si notava l’errore)... ma che bontà, ragazz*!
Ho cercato di eseguire alla lettera i suggerimenti del video di Cacciani, ristoratore in Frascati.
Ve li trascrivo, anche se vi rimando al video postato da Valentina.
3 cucchiai di pecorino romano e mezzo cucchiaino da caffè di pepe, preferibilmente di Sarawak, per commensale
Acqua bollente salata con circa la metà del sale che mettiamo normalmente
Tonnarelli o rigatoni o spaghetti... io ho usato dei tagliolini freschi.
Si mettono in una larga padella a bordi svasati, FREDDA, Pecorino e pepe. Si aggiungono un paio di mestoloni d’acqua di cottura della pasta e si crea una specie di”ricottina” che, col calore della pasta, formerà la salsa cacio e pepe. Via via che si asciugherà, nel mescolare, si aggiungerà dell’acqua della pasta o, viceversa, qualora fosse troppo liquida, si aggiungerà del Pecorino.
La padella contenente pasta e salsa va tenuta al massimo a bagnomaria, ma MAI sul fuoco.
E buon pranzo!
Ma come devo fare io con te? Due in un giorno? Ma tu mi vuoi viziare! In effetti la cialtrona più che tu sono stata io, manco l'ho scritta la ricetta, ingredienti e procedimento, perché mi affido, cialtronamente appunto, a Cacciani e al suo video che gira in casa mia più spesso di MTV. Tu hai addirittura trascritto, e mi sa che il testo te lo copio io a te a sto giro! La Cacio e Pepe in casa mia e in tutta Roma è una istituzione, tanto quanto la Carbonara, ma riuscire a farle bene è davvero una cosa seria e complessa. Io per esempio la Carbonara non la so ancora mica fare bene? La tua cacio e pepe è molto bella, la padellata di sugo è bellissima (forse un filo lenta, la prox volta meno acqua o, più porconamente, più pecorino)... ma dimmi, Mario mangia tutto questo pepe? Se sì, diventa il mio nuovo mito, romano ad honorem.
RispondiEliminaSì, hai ragione, era un po' lenta, ma avevo troppa paura dei grumi! Mario ha solo assaggiato, poi ha detto" mamma brucia!" 😅😂
EliminaBeh guarda ti ammiro per averla fatta, perchè io ancora a farla come dico io non ci sono riuscita, ma dovrò obbligare Valentina a farmela in diretta un giorno ;), buona settimana Flavia
EliminaSi chiama, il mio, “ il coraggio dell’incoscienza”. E mi è andata bene, grazie alla ricetta perfetta e alla fortuna della principiante... provala!
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