Patate attappate
Ah,le nonne,che bellissima invenzione!
Ricordo nitidamente la mia nonna materna, Lucia, donna dal carattere forte e deciso, che ha cresciuto da sola mia madre e mia zia dopo aver lasciato il piccolo paese lucano di Montemurro( PZ)- e suo marito, che aveva dilapidato la dote di nonna-.
Donna coraggiosa, nonna Lucia: in Italia, all’epoca, non esisteva il divorzio e, anzi, si veniva condannati per” abbandono del tetto coniugale”; quando fu udita dal giudice della separazione, ottenne da questi una frase, pronunciata guardando in tralice mio nonno:” e lei, non si vergogna? Sua moglie ha tutte le ragioni!”
Nonna Lucia ha, dopo il matrimonio dei miei genitori, vissuto con noi, in una zona della casa che le desse( e desse ai miei) l’ impressione di avere tutti una propria indipendenza: tinello in comune, poi, a destra del corridoio, la spaziosissima camera di nonna, con un bel balcone; proseguendo nel corridoio, c’ era la cucina” grande”, poi un disimpegno interno alla cucina, che dava su un cucinino.
Se invece si fosse rimasti nel corridoio( naturalmente, i passaggi interni erano per noi di famiglia), proseguendo si sarebbe giunto ad un salottino che dava poi nella camera di miofratello e mia, e un’ altra porta, sempre affacciata sul salottino, portava alla camera di mamma e papà. Una terza porta portava al bagno.
La luce che entrava dai numerosi balconi illuminava tutto l’appartamento in Piazza Casalbore 28, a Salerno.
In quella casa, mio fratello ed io abbiamo tantissimi ricordi, ma tra i miei preferiti quelli inerenti la cucina della nonna, le chiacchierate, le confidenze... e quel suo modo di cucinare, senza ricette, senza schemi, seguendo l’estro del momento.
Ricordo le cene della vigilia di Natale, con tutta la famiglia riunita( noi, nonna, zia Enza con marito e i tre figli)... che allegria!
Tutto questo lungo preambolo per introdurre la motivazione della mia scelta di proporre, dal blog di Valentina, sempre per il Contest organizzato dal 2011 da Flavia, una ricetta di sua nonna, le patate attappate.
Comprendo molto bene Valentina,
i nonni sono figure fondamentali nella vita dei nipoti.
Ancora oggi, quando mamma, oppure io stessa, riusciamo in una preparazione di cucina della nonna, diciamo, per far comprendere che fosse una pietanza deliziosa,” mi è venuta uguale uguale a come la faceva nonna”.
Ecco, non so, Valeria, se queste patate siano riuscite come quelle di tua nonna, ma posso assicurarti che sono state una piacevolissima cena, stasera, per riscaldare lo stomaco e cullare i ricordi.
La ricetta la trovate qui.
Ricordo nitidamente la mia nonna materna, Lucia, donna dal carattere forte e deciso, che ha cresciuto da sola mia madre e mia zia dopo aver lasciato il piccolo paese lucano di Montemurro( PZ)- e suo marito, che aveva dilapidato la dote di nonna-.
Donna coraggiosa, nonna Lucia: in Italia, all’epoca, non esisteva il divorzio e, anzi, si veniva condannati per” abbandono del tetto coniugale”; quando fu udita dal giudice della separazione, ottenne da questi una frase, pronunciata guardando in tralice mio nonno:” e lei, non si vergogna? Sua moglie ha tutte le ragioni!”
Nonna Lucia ha, dopo il matrimonio dei miei genitori, vissuto con noi, in una zona della casa che le desse( e desse ai miei) l’ impressione di avere tutti una propria indipendenza: tinello in comune, poi, a destra del corridoio, la spaziosissima camera di nonna, con un bel balcone; proseguendo nel corridoio, c’ era la cucina” grande”, poi un disimpegno interno alla cucina, che dava su un cucinino.
Se invece si fosse rimasti nel corridoio( naturalmente, i passaggi interni erano per noi di famiglia), proseguendo si sarebbe giunto ad un salottino che dava poi nella camera di miofratello e mia, e un’ altra porta, sempre affacciata sul salottino, portava alla camera di mamma e papà. Una terza porta portava al bagno.
La luce che entrava dai numerosi balconi illuminava tutto l’appartamento in Piazza Casalbore 28, a Salerno.
In quella casa, mio fratello ed io abbiamo tantissimi ricordi, ma tra i miei preferiti quelli inerenti la cucina della nonna, le chiacchierate, le confidenze... e quel suo modo di cucinare, senza ricette, senza schemi, seguendo l’estro del momento.
Ricordo le cene della vigilia di Natale, con tutta la famiglia riunita( noi, nonna, zia Enza con marito e i tre figli)... che allegria!
Tutto questo lungo preambolo per introdurre la motivazione della mia scelta di proporre, dal blog di Valentina, sempre per il Contest organizzato dal 2011 da Flavia, una ricetta di sua nonna, le patate attappate.
Comprendo molto bene Valentina,
i nonni sono figure fondamentali nella vita dei nipoti.
Ancora oggi, quando mamma, oppure io stessa, riusciamo in una preparazione di cucina della nonna, diciamo, per far comprendere che fosse una pietanza deliziosa,” mi è venuta uguale uguale a come la faceva nonna”.
Ecco, non so, Valeria, se queste patate siano riuscite come quelle di tua nonna, ma posso assicurarti che sono state una piacevolissima cena, stasera, per riscaldare lo stomaco e cullare i ricordi.
La ricetta la trovate qui.
Che bello leggere della tua nonna forte e determinata! Ma ancora più bello sapere che ne hai dei ricordi così nitidi e felici. Queste patate portano ai sapori di "casa" di "famiglia", insomma delle cose vere che contano in assoluto nella vita. Grazie Flavia
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