Zucchine alla scapece

Aprile è un mese particolare, per me.
Il 10 sono nata, il 18 di ventotto anni dopo è morta la mia amata nonna Lucia. 
Quest’anno, sarà il ventennale. 
Ci pensavo poco fa, tra le tante cose( immateriali) che mi ha lasciato c'è la passione per la cucina, lei cucinava benissimo e, forte delle sue conoscenze della cucina regionale italiana, preparava sempre quelle che a noi sembravano delle novità.
Prediligeva cucinare le verdure e, soprattutto in estate, sulla sua tavola non mancavano che raramente le classicissime, tradizionali, zucchine alla scapece.


Ricetta della tradizione classica napoletana, deve il suo nome allo spagnolo escabeche, ma è di derivazione araba; secondo il Dizionario Etimologico di Corominas, infatti, il termine escabeche deriva da sikbag( pronunciato iskebech), ossia cibo acido, ed è rinvenibile nella tradizione dell’antica Persia: se ne parla già ne” Le mille e una notte”.
La scapece indica un alimento fritto( pesciolini, o verdure... ignoro se si possa preparare anche la carne, in questo modo) e poi marinato con aceto, aglio, peperoncino ed altro.

Le zucchine di mia nonna si preparano così: 
dopo aver lavato e spuntato( avanti e dietro) le zucchine in quantità congrua, si affettano in rondelle non troppo spesse e, soprattutto quando non è la stagione giusta, si mettono una mezz’ora sotto sale a spurgare. Si sciacquano, si asciugano e si friggono in olio caldo. 
Tirate su dall’ olio senza sgocciolarle troppo, le zucchine vengono sistemate in una ciotola a bordi alti, condite con poco sale, menta fresca e pepe nero.
Si portano a bollore acqua e aceto( la proporzione è mezza tazzina da caffè d’aceto per due dita di acqua)con 2 spicchi d’aglio e, dopo qualche minuto, si elimina l’aglio. Si irrorano le zucchine col liquido e si aggiungono pezzetti d’aglio crudo, peperoncino, altra menta.
Si lascia riposare almeno una notte, prima di mangiarne, con un bel pezzo di pane.

Fonti: Wikipedia 

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